Il
Lagunaggio

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Dispersione Acque Reflue per Lagunaggio

Il lagunaggio, come la fitodepurazione e l'accumulo in serbatoi, è una tecnica naturale di depurazione dei reflui di origine civile e industriale.  La depurazione avviene all'interno di stagni di ossidazione (wetponds), detti anche lagune o stagni biologici, all'interno dei quali avvengono processi di ossidazione e fermentazione simili a quelli che si realizzano in natura. Il refluo, prima di affluire negli stagni artificiali, deve essere sottoposto a un pretrattamento di grigliatura, e una eventuale disoleatura.  I bacini possono essere realizzati tramite scavo nel terreno, con eventuale impermeabilizzazione tramite tappeto in argilla o fogli in materiale plastico termosaldato, (cosidette geomembrane) nel caso il terreno non sia sufficientemente impermeabile. Gli stagni possono essere disposti in serie o in parallelo. Le lagune possono essere:
* LAGUNE AREATE
Le lagune areate sono realizzate con una profondità di circa 3 metri e sono mantenute in condizioni aerobiche da un sistema di aerazione artificiale.
I carichi organici sono relativamente elevati e la popolazione microbica è riconducibile a quella degli impianti a fanghi attivi.
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Dispersione per LAGUNE AREATE

Consiste nell’immissione del liquame stesso, tramite apposite tubazioni, direttamente sotto la superficie del terreno ove viene assorbito e gradualmente assimilato e degradato biologicamente in condizioni aerobiche. Il liquame chiarificato, proveniente dalla fossa Imhoff mediante condotta a tenuta, perviene in un pozzetto, anch’esso a tenuta, dotato di sifone di cacciata che serve a garantire una distribuzione uniforme del liquame lungo tutta la condotta disperdente e consente un certo intervallo tra una immissione di liquame e l’altra nella rete di sub-irrigazione, in modo tale da agevolare l’ossigenazione e l’assorbimento del terreno. La condotta disperdente è realizzata preferibilmente in elementi tubolari continui in P.V.C. pesante (UNI 302), del diametro di 100-120 mm e con fessure, praticate inferiormente e perpendicolarmente all’asse del tubo, distanziate 20 - 40 cm e larghe da 1 a 2 cm. La condotta disperdente deve avere una pendenza compresa fra lo 0.2% e 0.5%. Essa viene posta in trincea di adeguata profondità, non inferiore a 60 cm e non superiore a 80 cm, con larghezza alla base di almeno 40 cm. Il fondo della trincea per almeno 30 cm è occupato da un letto di pietrisco di tipo lavato della pezzatura 40/70. La condotta disperdente viene collocata al centro del letto di pietrisco. La parte superiore della massa ghiaiosa prima di essere coperta con il terreno di scavo, deve essere protetta con uno strato di materiale adeguato che impedisca l’intasamento del terreno sovrastante ma nel contempo garantisca l’aerazione del sistema drenante. Materiale particolarmente idoneo allo scopo risulta essere il cosiddetto "tessuto non tessuto". A lavoro finito la sommità della trincea deve risultare rilevata rispetto al terreno adiacente in modo da evitare la formazione di avvallamenti e quindi di linee di compluvio e penetrazione delle acque meteoriche nella rete drenante. La condotta disperdente può essere:

* unica;
* ramificata;
* su più linee in parallelo.

In quest’ultimo caso le tubazioni vanno disposte a distanza non inferiore a 2 metri fra i rispettivi assi. Distanze maggiori, ove possibile, sono comunque più favorevoli all’efficienza di funzionamento. Se il terreno ha notevole pendenza l’adozione di uno scarico in sub-irrigazione deve essere attentamente valutata in relazione al possibile manifestarsi di fenomeni franosi connessi alle caratteristiche geomorfologiche e geotecniche dei terreni interessati. In ogni caso non è conveniente applicare questa soluzione in terreni con pendenze superiori al 15% onde evitare possibili fenomeni di emergenza del liquame distribuito nelle quote più basse. Lo sviluppo della condotta deve comunque seguire l’andamento delle curve di livello in modo da non superare le pendenze idonee sopra riportate della condotta disperdente. Per ragioni igieniche e funzionali le trincee con condotte disperdenti devono essere collocate lontano da fabbricati, aree pavimentate o sistemate in modo da impedire il passaggio dell’aria nel terreno.

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* LAGUNE NON AREATE
Nelle lagune non areate la biodemolizione avviene naturalmente, sia aerobicamente mediante la fotosintesi algale e/o l'ossigeno atmosferico assorbito attraverso la superficie aria/acqua, che anaerobicamente.

LAGUNE NON AREATE

Nelle lagune non areate la biodemolizione avviene naturalmente, sia aerobicamente mediante la fotosintesi algale e/o l'ossigeno atmosferico assorbito attraverso la superficie aria/acqua, che anaerobicamente.  Le lagune sono indicate per la depurazione di reflui provenienti da piccoli o medi centri urbani o da comunità a popolazione fluttuante (villaggi turistici, camping, ecc.). Infatti nel D.Lgs n.152/2006 e s.m.i (T.U. Codice Ambientale), tra le indicazioni generali riportate nell'Allegato 5, si legge: "per tutti gli insediamenti con popolazione equivalente compresa tra 50 e 2.000 abitanti equivalenti, si ritiene auspicabile il ricorso a tecnologie di depurazione naturale quali il lagunaggio o la fitodepurazione" ....

Applicazioni

Il lagunaggio può essere utilizzato anche come trattamento terziario dei reflui provenienti dai depuratori tradizionali.  Possono essere realizzate anche a valle di un impianto di fitodepurazione, con le molteplici funzioni di affinamento finale delle acque trattate e di riqualificazione ambientale e paesaggistica del luogo.

Vantaggi

  • Economicità di realizzazione e di gestione.
  • Alta efficienza nell'eliminazione di microrganismi patogeni, batteri e virus.
  • Consumo energetico limitato.
  • Possibilità di sopportare carichi inquinanti discontinui, anche con punte di inquinamento non diversamente trattabili.
  • Consentono il recupero a scopo irriguo dell'acqua depurata.
  • Ottimo inserimento nell'ambiente e nel paesaggio; infatti, hanno l'aspetto di laghetti naturali e possono favorire inoltre la colonizzazione anche di biocenosi animali e vegetali locali, dando vita a un vero e proprio ecosistema.

Svantaggi

  • Hanno necessità di superfici elevate, da 2 a 4 m2/ a.e. - molto maggiori rispetto alla fitodepurazione - e di rispettare distanze dai centri abitati (almeno 200 m, e fino a 500 per gli anaerobici).
  • Le efficienze depurative in inverno sono inferiori.
  • Problemi di odori molesti (in particolare negli stagni anaerobici) e di proliferazione di insetti.
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