Tecnici

I Muri che Respirano: sfatiamo il falso mito

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testo tratto da una pubblicazione di ANDREA URSINI CASALENA  Dottore di Ricerca in Scienze dell’Ingegneria, specializzato in efficienza energetica e sostenibilità ambientale di edifici.

Che si tratti di abitazioni, scuole, uffici, fabbriche o centri commerciali, le persone trascorrono fino al 90% della loro vita negli edifici. Garantire un clima interno sano e confortevole negli edifici è quindi di fondamentale importanza.

Allo stesso tempo, sia i nuovi edifici che quelli esistenti devono soddisfare livelli di efficienza energetica sempre più elevati che richiedono strati di isolamento termico più spessi e un elevato grado di tenuta all’aria dell’involucro edilizio per evitare perdite termiche da flussi d’aria incontrollati.

Alcuni operatori del mercato sostengono che le strutture edilizie con una buona tenuta all’aria causerebbero climi interni malsani. Sembrerebbe che per mantenere livelli di umidità interna accettabili e quindi una buona salubrità dell’aria, occorra necessariamente utilizzare materiali “traspiranti” o che “respirino”. Purtroppo, però, i termini “respira” o “traspira” sono confusi con fenomeni fisici diversi.

In fisica tecnica delle costruzioni di solito non si usano questi termini quando si vuole descrivere i seguenti fenomeni fisici:

  • condensa del vapore acqueo sulle superfici interne
  • effetto tampone di umidità all’interno di elementi edilizi (moisture buffering=tamponamento dell'umidità)
  • diffusione del vapore acqueo attraverso elementi edilizi
  • trasporto dell’umidità mediante infiltrazioni d’aria, ventilazione naturale o meccanica

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